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L’enciclica di Amedeo Tosi, il papalino del Pd

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Tosi-580x435Amedeo Tosi, presidente del consiglio comunale di Fidenza. Foto di Renzo Bellini/Nave Corsara.

Durante il Risorgimento, molti patrioti credettero di essere appoggiati da papa Pio IX. Si trattò di un malinteso di breve durata. Che il presidente del consiglio comunale di Borgo San Donnino, noto anche come Fidenza, sia rimasto vittima di un equivoco similare? Vedremo nei mesi e negli anni a venire che piega prenderà la difesa dell’ambiente e del territorio auspicata da Tosi col viatico del pontefice.

 

Parte da Fidenza (Parma) il primo movimento dem che si ispira alle parole di Bergoglio

Il Pd si faccia guidare dal Papa

Due copie dell’enciclica a tutti i consiglieri comunali

di Giorgio Ponziano Twitter: @gponziano

Papa Francesco iscritto al Pd? Non è uno scherzo anche se ovviamente non si tratta di una questione di tessera. Il fatto è che a Fidenza, 26 mila abitanti in provincia di Parma, è nata all’interno del Pd la «corrente papale», capeggiata dal presidente del consiglio comunale, Amedeo Tosi, 46 anni, sposato, due figli, lavora in una grande azienda alimentare e si occupa della sicurezza e igiene degli ambienti di lavoro. È un pidiessino di lunga data, dal 1995 al 2004 è stato assessore all’ambiente del Comune di Fidenza. Sembrava destinato alla candidatura a sindaco, alle elezioni dello scorso anno, invece, alla fine, la scelta è caduta su un altro ex-assessore, Andrea Massari, 41 anni, che è riuscito nell’impresa di strappare il Comune al centrodestra, arrivando al 68,8%. A mo’ di consolazione per la mancata candidatura, Tosi è stato eletto presidente del consiglio comunale e poiché è un acceso sostenitore di papa Francesco ha regalato a tutti i consiglieri comunali l’ultima enciclica del Pontefice, Laudato si’. In doppia copia, in modo che, come in una catena di Sant’Antonio, ognuno ne possa regalare un esemplare a un amico.

Alla sorpresa e alle perplessità dei consiglieri, alcuni suoi compagni di partito sono rimasti esterrefatti, risponde così: «Credo vi dovrebbe essere una convergenza di obiettivi tra l’enciclica e l’attività della politica. Papa Francesco sollecita la tutela e la salvaguardia della nostra casa comune, cioè la terra. La sensibilità sui temi ambientali è stata espressa più volte dai consiglieri comunali: ho visto l’Enciclica come un percorso che facilita e aiuta la maturazione di una consapevolezza ambientale e stimola la riflessione su tanti temi importanti come il dibattito sincero, la giustizia verso i deboli, la politica, la ricerca di nuovi modi di intendere l’economia e il progresso».

Insomma, papa Francesco salvaci tu dalla distruzione dell’ambiente ma pure dalle turbolenze della politica. I problemi (e i litigi) non mancano neppure nelle piccole città. Nella sua funzione di paciere e di garante, l’esponente Pd ha deciso di farsi aiutare nientemeno che dall’enciclica pontificia. «Vi è la necessità- dice Tosi- di dibattiti sinceri e onesti perché alta è la responsabilità della politica, anche locale, nella salvaguardia del pianeta che è inseparabile da amore per la natura, giustizia verso i poveri, impegno sociale e pace interiore». Politica ma anche etica. Parte da Fidenza la riscossa dei pidiessini onesti. E anche Matteo Renzi, secondo il gruppo guidato dal presidente papale, dovrebbe fare tesoro della recente enciclica. Un insegnamento utile per chi è a capo del governo. E non c’è solo l’insegnamento di papa Francesco. «Credo – dice Tosi- che la definizione più chiara di cosa si intenda per “bene comune» l’abbia data il cardinale Carlo Maria Martini nel suo libro «Viaggio nel vocabolario dell’etica», inquadrandola come: «l’insieme delle condizioni di vita di una società, che favoriscono il benessere e il progresso umano di tutti i cittadini».

Però il massimo punto di riferimento di Tosi è comunque il Papa, letto come promotore del «vogliamoci bene» anche tra militanti in formazioni politiche diverse e su fronti opposti, maggioranza e opposizione. Una spinta a lavorare per un patto del Nazareno, cercando più quello che unisce che quello che divide. Tosi aggiunge: «Papa Francesco al punto 239 dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium ritorna sul concetto di bene comune attualizzandolo con queste parole: «È tempo di sapere come progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro (…). L’autore principale, il soggetto storico di questo processo, è la gente e le sua cultura, non una classe, una fazione, un gruppo, una élite. Non abbiamo bisogno di un progetto di pochi indirizzato a pochi, o di una minoranza illuminata o testimoniale che si appropri di un sentimento collettivo. Si tratta di un accordo per vivere insieme, di un patto sociale e culturale». Questa riflessione sembra dirci che la storia di un popolo o di una comunità non si riduce ai personaggi che ne diventano protagonisti, ma deve essere scritta da quella che lui definisce la «gente» che con la sua cultura, sensibilità e aspettative chiede di essere riconosciuta come soggetto promotore della propria storia. La necessità dunque di un «patto sociale e culturale» diventa la base di un «accordo» per vivere insieme. Come rappresentanti eletti dai cittadini, siamo chiamati a scrivere giorno per giorno questo «patto sociale e culturale», lavorando tutti per la sua realizzazione, nel reciproco rispetto».

Sono lontani anni luce i tempi in cui c’era il ritratto di Marx appeso nelle Case del popolo. Politica meno litigiosa e al bando i radicalismi: in occasione della strage a Charlie Hebdo, Tosi e il sindaco inviarono una lettera a Daniel Spagnou, sindaco di Sisteron, cittadina provenzale gemellata con Fidenza, per esprimere solidarietà: «I valori riuniti nella parola «pace» non sono negoziabili ma da difendere e rilanciare attraverso una maggiore coesione in seno all’Unione Europea, rimasta troppo a lungo arenata nelle secche della tecnocrazia e che tutti vogliamo, finalmente, capace di ricollegarsi al suo compito storico di soggetto promotore di sviluppo e di confronto pacifico. Il mondo ha bisogno di questa Europa e Fidenza, città che per storia e cultura è da sempre luogo di incontro e di dialogo, vuole stare dentro questo cammino».

Fidenza si scopre mosca cocchiera della politica italiana. Al Pd assicurano che l’iniziativa dell’enciclica regalata s’è diffusa col passaparola e da molte parti i segretari locali hanno chiesto lumi per riproporla. La «corrente papale» pidiessina si espande? Intanto c’è chi risponde a questo appello al bene comune: i volontari dell’associazione italiana carabinieri hanno deciso di scendere in campo per la sicurezza della città, avvieranno un presidio diurno a cui si potranno segnalare situazioni di illeciti e degrado e cercheranno di porvi rimedio.

Inoltre il capitano della Compagnia locale dei carabinieri, Lorenzo Caruso, ha deciso di farsi diacono. La cerimonia è avvenuta in cattedrale, celebrata dal vescovo Carlo Mazza, alla presenza di molti carabinieri delle stazioni della zona. Non è di tutte le città avere un comandante-diacono. E Tosi conclude: «dobbiamo cercare di lavorare tutti nel rispetto reciproco e con la maggior armonia possibile, ponendoci innanzitutto in un’ottica di ascolto sia verso i cittadini che fra di noi». (Italia Oggi, 2 luglio 2015)


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